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Effetto siccità e tempeste: il bostrico attacca anche in Pianura

12ott2024

Bostrico dell’Abete rosso. Anche in pianura il hashtagBostrico causa gravi danni ai popolamenti di Abete rosso (Picea abies) e Pino strobo (Pinus strobus). Ad Ottobre 2024 abbiamo avuto incarico dal Comune di Buscate (MI) di progettare l’intervento di riqualificazione della componente arborea di un importante parco cittadino dove il Bostrico ha causato, in poco più di un anno, il disseccamento di 270 alberi.
Nulla rispetto ai 36.000 ettari di foreste colpiti dal bostrico tra Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia e le provincie di Trento e Bolzano* ma comunque un impatto importante  – pur trattandosi di piantagioni coetanee e monospecifiche di Abete e Pino – per un parco urbano.

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Il bostrico dell’abete rosso

Ips typographus L., comunemente chiamato “bostrico tipografo” è un coleottero appartenente alla famiglia degli scolitidi. Questo insetto che si nutre della linfa del legno fresco anche se non “vivo” (alberi caduti, o tronchi tagliati) di conifere, principalmente Abete rosso (Picea abies), costituisce una parte integrante del ciclo naturale del bosco.
In un ambiente equilibrato (fase endemica) non provoca danni rilevanti in quanto attacca normalmente le singole piante indebolite che stanno vivendo una situazione di stress, come siccità, scalzamento dell’apparato radicale, scottature della corteccia.
Questo organismo nocivo, ritenuto un parassita di debolezza, non rientra tra quelli elencati come da quarantena dalla normativa dell’Unione Europea.

Tuttavia, nel caso vi siano disponibili piante schiantate o sofferenti in grande quantità, l’insetto trova, in queste, un substrato trofico ideale per la sua crescita e riproduzione, causando vere e proprie infestazioni (fase epidemica).

Il bostrico tipografo: storia della rottura di un equilibrio naturale

Durante la Prima guerra mondiale i boschi del nord Italia e delle Alpi hanno rappresentato un ostacolo alla mobilità delle truppe straniere, un rifugio, una riserva di legno per le trincee e per la popolazione in generale. I segni lasciati dalla guerra si leggevano nei tagli effettuati per il recupero di legname, nella quantità di alberi rimossi per il passaggio di mezzi, nei danneggiamenti provocati dalle bombe. Anche il bostrico ha partecipato alla distruzione dei boschi dopo la Prima guerra mondiale perché è cresciuto a dismisura fra gli alberi schiantati a terra.

Al termine della guerra, i boschi sono stati ripiantati in base alla conoscenza forestale e ambientale dell’epoca e in una situazione economica difficile, in cui era forte la necessità di materie prime. Il risultato è stata la creazione di boschi monospecifici, composti da distese di individui della stessa età (coetanei), poco diversificati e con dominanza di una sola specie: l’Abete rosso (Picea abies).

Bostrico, un’emergenza silenzione nelle foreste colpite dalla tempesta Vaia

Quando nel 2018 le raffiche di vento della tempesta Vaia si sono abbattute sulle Alpi, più di 14 milioni di alberi su 38.000 ettari di bosco non hanno resistito e sono crollati.
Si sono così generate distese immense di alberi spezzati, caduti e indeboliti dove il Bostrico ha trovato a propria disposizione una grande quantità di legname di Abete rosso.
Il Bostrico ha iniziato a riprodursi in maniera incontrollata, dando luogo all’attuale stato epidemico in cui il proliferare della popolazione può sopraffare anche le difese naturali di alberi sani.

Dai dati presentati al Congresso SISEF (9-12 settembre 2024) risulta che agli oltre 38.000 ettari colpiti da Vaia si affiancano ormai circa 36.000 ettari colpiti dal bostrico. Un dato, quest’ultimo, descritto però come probabilmente in difetto per Lombardia, Veneto e soprattutto per il Friuli Venezia Giulia. Occorrerà quindi aspettare i dati ufficiali della stagione 2024 per averne certezza, ma è quasi sicuro che i danni dell’infestazione del coleottero abbiano ormai superato quelli di Vaia (Fonte: Sherwood, 12 Settembre 2024).

A Buscate, parallelamente alla pianificazione dell’intervento di abbattimento degli alberi morti a causa del Bostrico, abbiano avviato con l’Amministrazione Comunale un percorso di progettazione partecipata, con il coinvolgimento dei cittadini, per gli interventi di riqualificazione del parco, che passa anche dalla consapevolezza dei danni ambientali diretti ed indiretti causati dai cambiamenti climatici.