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Forestazione urbana: piantare alberi, non numeri

02ott2024

Forestazione urbana: Piantare alberi, non numeri. La realizzazione di foreste urbane, attraverso programmi di forestazione pubblici o privati, non è solo vantaggiosa, ma è essenziale per la sostenibilità e la resilienza a lungo termine delle nostre comunità. Occorre però una maggiore consapevolezza della complessità di piantare e gestire alberi in città.

Il cambiamento climatico in corso, iniziato dalla metà del XX secolo, è reale e non ha precedenti nel corso degli ultimi millenni

Sebbene il clima della Terra sia cambiato nel corso della sua storia, l’attuale riscaldamento si sta verificando a un ritmo mai visto negli ultimi 10.000 anni. Secondo il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), “da quando sono iniziate le valutazioni scientifiche sistematiche negli anni ’70, l’influenza dell’attività umana sul riscaldamento del sistema climatico si è evoluta da teoria a fatto accertato”. I segni del cambiamento climatico abbondano e sono dimostrati scientificamente grazie allo studio delle fonti naturali (come carote di ghiaccio, rocce e anelli di crescita degli alberi) e da strumentazioni moderne. Il tasso di cambiamento in atto dalla metà del XX secolo non ha precedenti nel corso dei millenni.

Negli ultimi 800.000 anni, ci sono stati otto cicli di ere glaciali e periodi più caldi, con la fine dell’ultima era glaciale circa 11.700 anni fa che segna l’inizio dell’era climatica moderna – e della civiltà umana. La maggior parte di questi cambiamenti climatici sono attribuiti a variazioni molto piccole nell’orbita terrestre che modificano la quantità di energia solare ricevuta dal nostro pianeta.

L’attuale tendenza al riscaldamento è diversa perché è chiaramente il risultato delle attività umane a partire dalla metà del 1800, e sta procedendo a un ritmo mai visto negli ultimi millenni.

ll cambiamento climatico è reale e misurato scientificamente. Il grafico, basato sul confronto di campioni atmosferici contenuti nelle carote di ghiaccio e misurazioni dirette più recenti, fornisce la prova che la CO2 atmosferica è aumentata a partire dalla Rivoluzione Industriale. Luthi, D., et al., 2008; Etheridge, DM, et al. 2010; Dati sulle carote di ghiaccio di Vostok/J.R. Petit et al.; Record di CO2 della NOAA Mauna Loa. Fonte: https://science.nasa.gov/climate-change/evidence/

Forestazione urbana per la resilienza ai disastri climatici

La pianificazione e la gestione di foreste urbane sono azioni fondamentali delle strategie per combattere i cambiamenti climatici e per rendere più resilienti le città.
Le foreste urbane forniscono servizi essenziali, raffreddando l’aria attraverso l’ombra e l’evapotraspirazione, riducendo i rischi di inondazioni, migliorando l’assorbimento delle acque piovane e la qualità dell’aria filtrando gli inquinanti: tutti benefici indispensabili per ridurre gli impatti fisici e socioeconomici dei disastri climatici sulle comunità urbane.

Occorre però una maggiore consapevolezza della complessità di piantare e gestire alberi in città, i cui benefici – non bisogna mai dimenticarlo – sono direttamente proporzionali al loro stato di salute. Piantare, curare e fare crescere un albero o una popolazione di alberi in città sono operazioni complesse: scelta del sito di impianto, specie da utilizzare, selezione del materiale vivaistico, cure post impianto adeguate alle nuove condizioni climatiche (elevate temperature, stress idrico), sono solo alcuni dei fattori che devono essere assolutamente considerati.

Forestazione urbana: piantare alberi, non numeri

Piantare alberi, non numeri, dovrebbe essere il clame dei programmi pubblici e privati di forestazione e delle campagne di comunicazione che li accompagnano. Piantare alberi e non numeri significa andare oltre gli slogan e realizzare progetti che incidono concretamente dal punto di vista ambientale. Anche perché le condizioni climatiche estreme metteranno sempre più in difficoltà la piantagione di alberi in città, condizionandone anche le prestazioni e le funzionalità.
Anche per gli alberi, adattarsi al mutamento delle condizioni ambientali non è immediato. Periodi di siccità prolungata e temperature estreme agiscono su risposte fisiologiche, biochimiche e molecolari con effetti negativi sui servizi ecosistemici che le piante possono generare ma anche sulla loro stessa sopravvivenza. Non basta parlare di quanti alberi pianteremo o abbiamo piantato ma di come pianificare e gestire correttamente gli impianti forestali, di spazi dove piantarli e delle risorse economiche necessarie per farlo.

Danni da elevate temperature nelle forestazioni urbane – © Studio di Arboricoltura

Troppo spesso al contrario, si punta solo alla quantità di alberi piantati o da piantare piuttosto che a solidi progetti con contenuti agronomici e previsioni gestionali che comprendano anche risorse economiche adeguate.  Questo approccio è destinato a fallire, con spreco di risorse pubbliche e di opportunità per rendere, nel concreto, le città più verdi e resilienti. Nel caso di programmi di “forestazione aziendale”, realizzati cioè da aziende private nell’ambito di progetti ed iniziative di Corporate Social Responsibility, team building, coinvolgimento degli stakeholder o comunicazione green spesso si traduce in azioni non autentiche, promosse al solo scopo di mostrarsi più sostenibili. In una parola? Greenwashing.

Piante morte in una forestazione urbana (Foto La Repubblica)

Forestazione urbana e forestazione aziendale: necessario un approccio tecnico

La realizzazione efficace e sostenibile di nuove foreste urbane richiede un approccio ponderato che includa la corretta progettazione, la selezione di specie resilienti in grado di adattarsi ai cambiamenti delle condizioni climatiche e del contesto urbano, la corretta scelta del sito di impianto (con tutte le difficoltà che questo comporta in città), la selezione di materiale vivaistico di qualità, la corretta realizzazione e gestione post impianto, le risorse e le professionalità adeguate.

La ricerca scientifica, la ricerca applicata e le esperienze di forestazione urbana realizzate negli ultimi 15 anni forniscono molte indicazioni progettuali, realizzative e gestionali.

Condividiamo di seguito alcuni esempi concreti relativi a importanza del suolo, gestione degli sfalci dell’erba nelle forestazioni e qualità vivaistica,
di cui abbiamo avuto modo di parlare anche nella conferenza “Microforestazione urbana: principi e applicazioniorganizzata a Milano venerdì 27 settembre 2024 dalla Società Italiana di Restauro Forestale e dall’associazione Tiny Forest Italia.

Intervento di forestazione urbana – © Studio di Arboricoltura

Forestazione urbana: l’importanza del suolo

Per la varietà dei materiali che può contenere e per il dinamismo dei processi che può subire, il suolo urbano è estremamente variabile ma comunque caratterizzato, rispetto a quello naturale o seminaturale, dall’assenza di struttura, dalla carenza di sostanza organica e dalla formazione di una crosta compatta che impedisce scampi idrici e gassosi con l’atmosfera.

L’apporto di materiale vegetale, come ad esempio compost o cippato, migliora la struttura del suolo urbano e fa aumentare la materia organica del suolo e la biomassa microbica che influenzano positivamente la crescita delle radici e quindi lo sviluppo delle piantine forestali.

Forestazione urbana e sostanza organica – © Studio di Arboricoltura

Sfalci differenziati dell’erba per proteggere le giovani piantine

Le esperienze realizzate nell’ambito di forestazioni urbane in diverse regioni d’Italia hanno messo in evidenza anche l’importanza della gestione differenziata delle superfici prative in cui crescono le piantine forestali.  L’”erba alta” protegge le piantine forestali dalle elevate temperature, dall’eccessiva evapotraspirazione e la  superficie del terreno dagli effetti della radiazione solare e contiene le temperature del suolo esplorato dalle giovani radici nel periodo estivo.
A partire dalla primavera 2021 abbiamo iniziato a sperimentare sfalci differenziati delle superfici prative in alcune forestazioni del nord Italia, con risultati positivi evidenti in termini di riduzione della mortalità delle piantine forestali. Peraltro, la gestione degli sfalci dell’erba all’interno delle aree di forestazione genera molti altri benefici di cui negli ultimi anni si parla molto in relazione all’importanza delle “praterie urbane”.

Le praterie urbane, cioè superfici a prato a bassa gestione, sono una grande potenzialità per aumentare diversità vegetale nelle aree urbane, per fornire risorse e riparo per gli animali (ad esempio impollinatori, insetti predatori) e svolgere un ruolo importante come corridoi ecologici e per il contenimento delle temperature. Le praterie urbane coltivate in modo estensivo sono in declino perché a causa della loro gestione intensiva ospitano una diversità limitata e sono spesso dominati da specie introdotte. Lo sfalcio ridotto delle aree interessate dalle forestazioni ha quindi un duplice vantaggio, quello di proteggere le piantine forestali e di generare direttamente importanti benefici per l’ambiente e la biodiversità.

Sfalci differenziati nelle forestazioni urbane – © Studio di Arboricoltura

Utilizzo delle specie adatte e qualità vivaistica

Un altro aspetto importante riguarda la selezione di materiale vivaistico di qualità, attraverso il coinvolgimento della filiera florovivaistica, ad esempio con accordi o contratti di coltivazione, che consentono ai vivai forestali di programmare la produzione di piantine, che impiegano infatti 2-3 anni per arrivare alla dimensione minima utilizzabile. I contratti di coltivazione consentono di avere a disposizione piante della specie adatta e nelle quantità necessarie. La qualità del materiale forestale non è rappresentato solo dal’altezza della pianta ma anche dallo sviluppo dell’apparato radicale. Utilizzare piante forestali con un apparato radicale è una garanzia di attecchimento, di superamento della stress di impianto, di crescita.

Piantare alberi, dove serve

Oggi gran parte dei progetti di forestazione vengono realizzati in ambito urbano o extraurbano, del resto tre quarti della popolazione europea vive in aree urbane e pertanto sono gli ambienti urbani ad essere esposti maggiori rischi di danni derivanti dai cambiamenti climatici rispetto alle zone rurali. Ma anche nelle aree rurali si possono sviluppare progetti di forestazione, coinvolgendo aziende agricole e avendo l’attenzione di non sottrarre superfici destinate alla produzione di cibo ma utilizzando terreni non agricoli o incolti.


Sei una azienda e vuoi realizzare o sostenere un progetto di forestazione urbana serio e concreto?

Il nostro team forestale mette a disposizione:

– Oltre 15 anni di esperienza in progetti di forestazione urbana;

– Individuazione delle aree da forestare;

Progettazione che tiene conto di tutti gli aspetti fondamentali, quali scelta delle specie, tipologia di impianto, programma di cure post impianto;

– Rapporto con la filiera vivaistica forestale per l’acquisto di materiale vegetale di qualità;

– Selezione di aziende professionali per la realizzazione della piantagione degli alberi e per l’esecuzione delle cure post impianto;

Supporto alla comunicazione delle progettualità sviluppate e dei benefici generati.